Il valore biologico di una proteina indica quanto sia completa e utile quella proteina per un animale, in quanto si riferisce alla sua capacità di soddisfare il fabbisogno di aminoacidi.
Una proteina è costituita da diversi aminoacidi collegati tra loro. Sono come i mattoni che costruiscono un edificio che, una volta terminato, servirà a svolgere una funzione specifica.
Negli alimenti troviamo aminoacidi essenziali (che devono essere assunti con la dieta perché l’organismo non è in grado di produrli) e non essenziali< /strong> strong> (possono derivare dagli essenziali). È anche importante tenere presente il condizionatamente essenziale (che nonostante possa essere prodotto dagli elementi essenziali del corpo, la sua incorporazione nella dieta può essere necessaria in determinate occasioni) come la glutammina negli uccelli (come spiegato nello studio di Natalia Villarino e Julián Melo); o come Arginina e Cisteina nei neonati prematuri (secondo l’articolo di Ilaria Burattini et al.).
Le proteine ad alto valore biologico sono quelle che hanno tutti gli aminoacidi essenziali in proporzioni adeguate per l’organismo. Ad esempio:
La proteina dell’uovo ha un valore biologico di quasi il 100% (ovvero 1 sulla scala utilizzata); mentre le proteine della carne hanno un valore inferiore (0,75-0,8). Ciò significa che, dal punto di vista del valore biologico, le proteine presenti nell’uovo sono più utili per l’organismo del nostro animale.
Il valore biologico di una proteina può variare a seconda della specie animale, poiché gli amminoacidi essenziali non sono esattamente gli stessi per cani e gatti (o per l’uomo) ma può anche essere ridefinito se prendiamo in considerazione gli amminoacidi non essenziali e condizionatamente essenziali. Dingonatura tiene conto di tutto questo quando seleziona gli ingredienti proteici che includiamo nelle nostre ricette per coprire tutte le esigenze dei nostri animali domestici in termini di aminoacidi.
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