“””Un alone di mistero avvolge i nostri gatti, non solo il loro comportamento è peculiare e curioso, ma anche le loro origini rimangono difficili da spiegare. Vuoi fare un tuffo nella loro storia?
L’antenato dei gatti moderni e di quelli estinti, Proailurus lemanensis, risale a circa 30 milioni di anni fa. I grandi felini sembrano essere apparsi circa 10 milioni di anni fa, mentre il genere Felis (quello dei gatti selvatici e domestici) è apparso per ultimo, circa 3 milioni di anni fa.
Alcune fonti parlano di Pseudaelurus come l’origine dei felini odierni, ma altre identificano Pseudaelurus come l’antenato di una linea parallela di felini estinti. Questa incongruenza di ipotesi sull’origine degli attuali felini è dovuta al fatto che le informazioni rinvenute nei reperti fossili sono scarse, che l’evoluzione di ciascun genere è stata molto rapida e che diverse linee parallele di famiglie sono coesistite nello stesso periodo evolutivo. I limiti sono imprecisi. Per tutti questi motivi, le conclusioni tratte sull’origine di questi animali sono varie e, per il momento, poco chiare.
Ma non c’è solo polemica sulla loro evoluzione. La storia dell’addomesticamento del gatto è piena di interrogativi e persino di contraddizioni. Vengono avanzate diverse ipotesi, separate nello spazio e nel tempo:
- Il lignaggio mediorientale, dove un semi-addomesticamento o relazione reciprocamente vantaggiosa deve aver coinciso con lo sviluppo dell’agricoltura molto tempo fa, circa 12.000 -10.000 anni fa (lo stoccaggio del grano attirava roditori che l’uomo doveva tenere sotto controllo). E da lì si ritiene che il gatto sia passato in Europa circa 6000 anni fa.
- Il lignaggio dell’Egitto dove l’addomesticamento deve essere avvenuto intorno al 3000 aC e dove il gatto acquisì notevole importanza religiosa. Questo lignaggio sarebbe l’origine dell’espansione di questo animale in tutto il Mediterraneo secondo altre fonti, come quelle citate dal gruppo GEMFE (gruppo di veterinari specializzati in medicina felina), i quali spiegano che l’espansione del gatto in Europa è stato un processo lento dovuto essenzialmente all’invasione romana dell’Egitto e successiva romanizzazione di altri territori (intorno al 2000-1000 a.C.).
- Infine, ci sono autori che collocano a Cipro il vero addomesticamento del gatto, poiché sono stati ritrovati resti di un gatto sepolto con segni che dimostrano un legame speciale con umani, dell’età di 9500 anni.
Nonostante la mancanza di una teoria unica, l’addomesticamento del gatto continua a generare interesse e ogni giorno appare una nuova ricerca, come riportato dalla rivista National Georgahic, che cerca di gettare un po’ più di luce su questo mistero.
Mettendo da parte le diverse teorie su quando e dove sia successo, sono stati proposti due scenari:
1) l’addomesticamento è stato “un’idea del gatto” quando condivideva il territorio con gli umani che conservavano il grano e quindi attiravano i roditori (cioè un relazione di commensalità).
2) l’addomesticamento è stata una situazione forzata, che fu il risultato di confinare questi animali in spazi dai quali non potevano sfuggire (p
o per motivi religiosi o per fare disinfestazioni).
Indipendentemente dalla controversia, l’addomesticamento ha comportato cambiamenti nel loro comportamento naturale che consistevano nella progressiva riduzione della sfiducia nei confronti degli umani e della reattività agli stimoli esterni associati alla stretta convivenza.
Quello che è chiaro è che i gatti erano (e sono) animali molto territoriali, poco socievoli rispetto ai cani, e con alti fabbisogni di carne , quindi la convivenza intima con l’uomo non era l’ideale (anche l’uomo cacciava). Ancora oggi possiamo affermare che il comportamento del gatto domestico è ancora molto simile a quello del gatto selvatico originario. Prova di ciò è la capacità che hanno di cacciare con successo, pur essendo stati allevati in cattività per tutta la vita (capacità che non tutti i cani mostrano), la facilità con cui interagiscono con i gatti selvatici o la “”difficoltà di essere addestrati” (cosa non impossibile, ma più complicata).
Nonostante la crescente popolarità del gatto come animale da compagnia, continua la convinzione che questi animali siano distaccati e interessati, semplicemente diversi dai cani. Gli ultimi studi suggeriscono che le loro “”capacità socio-cognitive”” non sono trascurabili rispetto a quelle dei cani. Si è visto, come pubblicato sulla rivista Current Biology, che i gatti cercano l’interazione con le persone e che noi siamo oggetto di interesse e persino di preferenza. Inoltre, proprio come per i cani, per i gatti siamo figure che trasmettono tranquillità e sicurezza.
Per tutti questi motivi, dobbiamo tenere presente che la convivenza quotidiana fa sì che le nostre azioni ed emozioni abbiano una grande influenza sulla loro stabilità emotiva (buona notizia per gli amanti dei gatti, cattiva notizia per la stabilità emotiva del gatto).
Noi di Dingonatura vorremmo aiutarti a rendere il tuo gatto più felice ogni giorno. Per fare ciò, non solo condividiamo informazioni che riteniamo utili, ma inoltre produciamo ricette che aiutano a migliorare il benessere emotivo dei nostri gatti. “””