3 Aprile 2023

Digeribilità delle proteine

La digeribilità è il parametro che misura la capacità di digerire e > strong> sfruttare un nutriente (Gutiérrez et al,2009).

Pertanto, ci fornisce la percentuale di nutriente assorbita da noi e dai nostri animali.

Il coefficiente di digeribilità viene applicato a qualsiasi tipo di ingrediente e nutriente (non è interessante solo conoscere la digeribilità delle proteine ​​di una ricetta, ma anche quella dei carboidrati, ad esempio). Quindi, a differenza del valore biologico, che si riferisce solo alle proteine, il coefficiente di digeribilità viene utilizzato per tutti i tipi di ingredienti.

Esistono diversi metodi e formule per ottenere la digeribilità, come spiegato nell’articolo della rivista dell’Università Nazionale della Colombia , quello che dà origine al coefficiente di digeribilità apparente, alla vera digeribilità, alla reale digeribilità, ecc. In pratica troviamo numerosi fattori che possono aumentare questo valore (come la cottura o la fermentazione) o diminuirlo (come un’alta percentuale di fibra nella ricetta). Il suo risultato dipende da ciò che accade in ogni fase del processo (l’origine dell’ingrediente, la lavorazione dell’ingrediente, la miscela con altri ingredienti, la lavorazione dell’alimento, il metodo di calcolo della digeribilità…).

Anche gli ingredienti che apportano carboidrati e grassi hanno una loro digeribilità, che varierà sensibilmente a seconda della loro origine e del modo in cui vengono ottenuti (una patata cruda non si usa allo stesso modo di una disidratata), così come la specie che li consuma.

In Dingonatura lavoriamo con ingredienti ad altissima digeribilità (intorno al 90-95% per le fonti proteiche, ad esempio), il che significa che si sfruttano quasi completamente.

I vantaggi di utilizzare ingredienti ad alto coefficiente di digeribilità sono molteplici:

1.- Cibi più facili da digerire.
2.- Logoramento minimo degli organi coinvolti nel loro metabolismo.

3.- Di conseguenza, riduzione della quantità di rifiuti prodotti che devono essere smaltiti e, quindi, riduzione del rischio che si accumulino nell’organismo (cosa che contribuirebbe al deterioramento e all’invecchiamento degli organi).

Nel caso delle proteine, queste possono avere un’alta digeribilità, ma un valore biologico medio. Ad esempio, l’uovo nell’uomo ha una digeribilità apparente inferiore rispetto alla carne bovina, ma superiore a quella della soia (nonostante l’uovo abbia un valore biologico più elevato, dato il suo profilo di amminoacidi essenziali).

Inoltre, una ricetta può avere un’alta percentuale di proteine ​​grezze(valore che compare in etichetta), ma bassa digeribilità proteica, tanto che gran parte di quella proteina verrà eliminata e difficilmente utilizzata.

Se vuoi approfondire gli altri parametri che esprimono la qualità e l’efficacia nutrizionale di un ingrediente, consulta gli articoli sul < em>valore biologico e biodisponibilità .